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Tenuta Bettozza

Tenuta Bettozza - Tenuta Bettozza

Adagiata sui colli che si estendono a mezzogiorno di Bologna, in località Borgonuovo di Sasso Marconi si trova da secoli, l’Azienda "Tenuta Bettozza".

Le prime notizie risalgono ai quaderni di campagna del Medioevo. Poco dopo in un "estimo del contado" di Bologna datato appunto Die Mercurij xv Julij 1545 , si parla di un certo Franciscus de la betoza proprietario di alcune pezze di terra nel comune di Montechiaro. Sempre nello stesso estimo, viene citato, in comune di Nugareto, Bertus Betone di Cannella che, insieme al figlio Franciscus, tenet et possidet alcune terre e, alla Betoza , una casa con forno. Andando avanti nel tempo , si trova che nel 1607 nel comune di Nugareto vivevano Jacomino e Berto su fratelo de la betoza , considerati dall’estimatore ‘’mezzani’’. Questi, Heredi di Francescus della Betochia, possiedono, in loco detto alla betochia, una pezza di terra arativa erborata vidata e una casa.

L’azienda agricola, come risulta, era assai diversa da quella che e oggi, come del resto, l’economia del tempo era assai differente da quella odierna. Un tempo le aziende agricole, soprattutto se non appartenevano ad un grande latifondista, erano caratterizzate da una economia di sussistenza ed avevano perciò una produzione assai variegata.

In una mappa di Luigi Celestini e Luigi Fanti databile 1781, appare chiaramente, al confine tra i piccoli comuni di Montechiaro e Nugareto, la dicitura "La Pettozza" accanto al simbolo di un casolare.

Sempre del 1871 sono le testimonianze riportate da Serafino Calindri nel Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico della Italia che alla voce di Bettozza, definisce l’uva ivi prodotta come molta e preziosa. Quando successivamente il Calindri parla della Bettozza, riporta come primo fra i prodotti di questa terra , uva di buona qualità e molta, sostiene che il piccolo territorio meglio coltivato a uva renderebbe un maggiore e più utile prodotto.

Successivamente la proprietà dell’azienda agricola "La Bettozza" passò nelle mani dei Conti Malvasia i quali , dovevano avere nella mente le parole di Serafino Calindri , visto che avviarono una nuova coltivazione di vigneti, incrementandola nel tempo. Le viti diedero del vino buonissimo , tanto buono da essere apprezzato in tutta Europa e in particolare dalla Corte Imperiale degli Asburgo.

La tradizione continua ancora oggi. Nel 2003 infatti "La Bettozza" e stata acquistata dal Dottor Norberto Nanni , esperto agronomo e enologo. Un passaggio di mano questo che ha consentito di aggiungere alla storia dell’azienda un nuovo capitolo : Il dottor Nanni sta attualmente dedicandosi ad un ulteriore valorizzazione delle viti rinnovandole nei ceppi ma a volte riprodotte dalle stesse piante storiche e di conseguenza si otterrà la valorizzazione dei vini dei colli bolognesi D.O.C.. Un lavoro straordinario che avrà come risultato quello di ‘’specializzare’’ ancor di più l’azienda Bettozza nella produzione di vini di qualità.